IL DEMONIO NON PUÒ NULLA SULLA VOLONTÀ, POCHISSIMO
SULL'INTELLIGENZA, E TUTTO SULLA FANTASIA.

- Joris Karl Huysmans -


E’ CON SATANA CHE LA TRISTEZZA E L’INQUIETUDINE DISPERATA ENTRANO NEL MONDO
- Georges Bernanos -

PREGHIERA DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo; sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E Tu, Principe delle milizie celesti con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen

venerdì 17 gennaio 2014

Per quale ragione il peccato di satana è imperdonabile? (Cf. 391-395; 2851-2854 CCC)


Seguendo le linee del Catechismo della Chiesa Cattolica è possibile comprendere perché se Dio Padre è Sommo Bene non ha potuto usare quella stessa misericordia di cui l’uomo beneficia, quando cade nel peccato, nei riguardi di satana.
L’elemento chiave è rappresentato dalla volontà, ovvero dalla scelta di riconoscere l’errore e partendo da tale riconoscimento implorare il perdono divino.
 
In Lucifero, e così nelle schiere angeliche che hanno partecipato alla ribellione, ciò che è stato deficitario è il pentimento, precedente il quale c’è l’accusa della propria mancanza e, successivamente tale riconoscimento, l’implorazione della celeste misericordia. Satana ha deliberatamente scelte di resistere alla relazione d’amore con la Trinità ed in ciò è ravvisabile quello che rappresenta il più grave dei vizi capitali: la superbia. Da essa, infatti, discendono gli altri sei vizi: avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia, contrapposti ai quali troviamo le tre virtù teologali (fede, speranza e carità) e le quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza).
La resistenza al bene, nell’ottica dell’utilizzo del libero arbitrio verso la scelta di riconoscere il male commesso, ha un’ulteriore risvolto: genera quello che da Cristo stesso è stato definito il peccato imperdonabile, cioè la bestemmia contro lo Spirito Santo. Ci ammonisce il Signore: “In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna[1]”. Esso è ravvisabile nel rifiuto di ciò che lo Spirito di Dio rappresenta nella relazione trinitaria: l’Amore[2]. È per suo mezzo che gli esseri viventi ricevono il perdono (nel sacramento della confessione) delle colpe (e attraverso l’indulgenza, plenaria o parziale, la remissione delle pene). Nel rifiuto del Paraclito v’è insita la bestemmia indirizzata verso Dio consistente nella superba ammissione che la sua onnipotenza non è tale da poter andare oltre ogni genere di impurità: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana”, ci ricorda il profeta Isaia[3]. Dunque, il perdono di Lucifero era possibile formalmente, ma non sostanzialmente poiché semplicemente, quanto drammaticamente, lo ha rifiutato dato che se avesse accolto la grazia avrebbe dovuto ammettere il proprio errore, sottomettersi alla potenza divina ed umiliarsi sotto la sua potente mano riconoscendosi creatura bisognosa della grazia dell’Eterno per sussistere e rimanere lontano dalla morte eterna.
Una simile dinamica la ritroviamo nell’analisi di due vicende evangeliche. Protagonisti sono Pietro e Giuda.  Osservando la specie di trasgressione, il peccato più grave fu commesso da San Pietro giacché rinnegò Cristo per ben 3 volte[4]! Il rinnegamento è espressione di un tradimento profondo dal momento che presuppone la conoscenza della perdona tradita. La dinamica è: conoscere e ignorare. Giuda, al contrario, se è vero che vendette Gesù per trenta denari[5], è vero anche che andò a restituirli ai sacerdoti nel Tempio dichiarando espressamente loro che aveva commesso un tragico errore denunciando  sangue innocente, cioè un uomo senza colpa[6]. La differenza tra i due? Pietro si è lascito amare così come era, peccatore ed infedele, riconoscendosi tale e affidandosi interamente all’amore misericordioso del Signore che tutto trasforma e purifica quando l’intenzione di cambiare vita è sincera e concreta. Giuda non ha creduto nella potenza redimente dell’amore di Gesù e questo, quando accade, porta alla disperazione e alla morte, spirituale e fisica. 




[1] Mc 3, 28-29
[2] Volendo semplificare l’interazione tra le Persone della Santissima Trinità  è  possibile schematizzare in questo modo la consustanzialità (stessa sostanza, quanto alla divinità) che la caratterizza:
-      Dio Padre è L’Amante;
-      Dio Figlio è L’Amato;
-      Dio Spirito Santo è L’Amore.
[3] Is 1,18
[4] Mt 26,69-75, Mc 14, 72
[5] Mc 14, 10-11; Matteo 26, 14-16; Lc 22, 1-6
[6] Matteo 27, 3-5