IL DEMONIO NON PUÒ NULLA SULLA VOLONTÀ, POCHISSIMO
SULL'INTELLIGENZA, E TUTTO SULLA FANTASIA.

- Joris Karl Huysmans -


E’ CON SATANA CHE LA TRISTEZZA E L’INQUIETUDINE DISPERATA ENTRANO NEL MONDO
- Georges Bernanos -

PREGHIERA DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo; sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E Tu, Principe delle milizie celesti con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen

venerdì 25 ottobre 2013

Un esorcismo raccontato da Don Giuseppe Tomaselli

 
Purtroppo non solo tra i miscredenti, ma persino tra alcuni cattolici praticanti si è diffusa l'erronea opinione secondo cui il demonio non esiste o se esiste non è pericoloso. Ho tratto dal libretto "Satana nel mondo" scritto dal celebre esorcista Don Giuseppe Tomaselli, il racconto di un esorcismo effettuato dall'autore stesso, nella speranza che qualche miscredente possa ricredersi. La serietà dello scritto è comprovata dalla fama di santità di Don Giuseppe Tomaselli oltre che dall'approvazione ecclesiastica.

Visto per la Società Salesiana
Catania, 18 - 4 - 68
Sac. Calogero Conti

IMPRIMATUR
S. Lucia del Mela 13 - 5 - 68
+ Francesco Tortora
Vescovo-Prelato

 PRIMO INCONTRO

Un giorno, 18 maggio 1965, venne a trovarmi un uomo. Così mi parlò: - Sono stato indirizzato a lei dalle Suore di San Paolo della città. Sono molto sofferente. Sono stato in giro tanto tempo per avere sollievo; ma ormai sono stanco. Mi aiuti lei!

- Di che cosa si tratta?

- Ho disturbi diabolici. Prego, prego, prego sempre. L'unica mia forza è la preghiera.

- Che lavoro compie?

- Prima ero impiegato nell'Amministrazione Provinciale della mia città. A causa dei miei continui e forti disturbi, dovetti lasciare il lavoro.

- Vediamo se i suoi disturbi sono proprio diabolici, poichè potrebbero provenire dal sistema nervoso indebolito. Di salute come sta?

- Fisicamente sto bene. Sono stato da specialisti, ho avuto visite, mi hanno esaminato con i « Raggi X », mi hanno fatto analisi di tante specie ed è risultato sempre un organismo perfettamente sano.

- Quanti anni tiene?

- Trenta quattro.

- Ora dica: Come sono cominciati i suoi disturbi?

- Circa sette anni addietro all'improvviso cominciai a sentirmi male, in tutto il corpo, come oppresso da un peso. E poi ... dolore di viscere, dolore alle ossa, la gola serrata ... Mi abbattei e credevo di morire.

Dopo qualche tempo mi apparivano cose strane, ad esempio, un grosso serpente che mi attorcigliava e mi mordeva. Io tremante pregavo.

Spesso, di notte e di giorno, mi apparivano esseri mostruosi, in forma di demoni, e questo mi terrorizzava.

A letto talvolta sentivo tirarmi le coperte; nella mia camera apparivano luci e fiamme.

Per due anni non sapevo a chi confidare le mie pene. Pregavo e solo così avvertivo qualche sollievo. Quando mi decidevo a fare la Comunione, provavo un senso di disgusto; ma mi comunicavo lo stesso.

Siccome pregavo molto, durante la preghiera udivo vicino a me uno che bestemmiava contro Gesù Cristo e contro i Santi. Subito guardavo attorno e non vedevo alcuno.

Mi piacevano le letture sante. Comprai la Bibbia ed altri libri religiosi; ma il demonio, assalendomi, me li faceva strappare.

Poichè i disturbi non cessavano, ed anzi aumentavano, decisi farmi esorcizzare per cacciare il demonio.

Andai in diverse città d'Italia, anche in Francia, a Chalon ed a Lione, per farmi liberare da Sacerdoti capaci. Mi recai anche da Padre Pio, il quale mi disse: Io ti benedico e speriamo che durante il viaggio di ritorno a casa il demonio ti lasci per sempre. -

Invece tutto è continuato come prima. Spesso i demoni, in grandi schiere, mi circondano e mi fanno soffrire.

Avrei tante altre cose da dire, ma ne faccio a meno.

Mentre avveniva il primo incontro di quest'uomo con me, nel mio ufficio venne un Vescovo. Approfittai dell'occasione.

- Eccellenza, quest'uomo è indemoniato. Vorrebbe essere liberato; prega molto e spera.

- Ma è proprio indemoniato? - soggiunse il Vescovo.

- Eccellenza, ecco una prova! L'indemoniato davanti ad un oggetto sacro reagisce subito e questo è uno dei tanti segni dell'ossessione. Voglia osservare! - Appena l'uomo vide il Crocifisso che io tenevo in mano, il demonio si manifestò. L'ossesso indietreggiò, alterò la voce, il suo volto si fece strano e giù bestemmie contro Dio e la Madonna. Poi inveì contro il Vescovo con parole e con gesti triviali, quantunque Sua Eccellenza fosse un Pastore esemplare.
Impallidì il Vescovo e disse:

Tu, o demonio, sarai vinto dalla Madonna. Ti mostri forte con noi, ma la Madonna è più forte di te.

Dopo questa battuta il Vescovo disse a me e ad altri tre presenti: Veramente qui c'è il demonio! -

Allora tracciai un segno di Croce sulla fronte dell'ossesso ed all'istante fu lasciato libero; infatti ritornò normale, risollevato e baciò il Crocifisso con devozione.

Vista la situazione, dissi all'uomo: Lei ha bisogno degli Esorcismi solenni. Per riuscire nell'impresa, che non è facile, occorre tempo. Date le mie occupazioni, non intendo mettermi a fare gli Esorcismi. Si rivolga ad altro Sacerdote, che possa mettersi a sua disposizione. -

L'indemoniato dopo qualche tempo partì dalla mia città e ritornò al luogo natìo.

SECONDO INCONTRO

Trascorsero due anni.

Una domenica, mentre rincasavo sul mezzogiorno, un tale si avvicinò e mi baciò la mano. Era l'indemoniato. Gli dissi:

- E lei è in questa città?

- Siccome nella mia città sono conosciuto e sento vergogna, preferisco stare qui.

- Ed ora cosa fa?

- Cammino. Devo camminare per almeno cinque ore, anche sotto la pioggia e con il freddo. Il demonio che ho addosso vuole così.

- Ma ancora non si è liberato? - E chi mi libera? -

Ne ebbi compassione. - Beh, soggiunsi, per questa volta mi metterò io. Venga a trovarmi e così si daranno le botte al demonio. Intanto preghi!

- E si che prego! Prego continuamente, con la bocca o con la mente, per sei o sette ore al giorno, invocando il Sangue di Gesù Cristo! Povero me se non pregassi! Ripeto spesso: Satana, ti sgridi Dio! ... Il Sangue di Gesù Cristo ti abbatta! ... - E mi comunico ogni giorno.

- Dunque si faccia coraggio! Domani l'attenderò.

Vengono a trovarmi tanti. Mentre mi disponevo a fare le forti preghiere per l'indemoniato, giunsero alcune donne ed alcuni uomini, persone già messe a conoscenza del fatto.

Domandai all'indemoniato, che era piuttosto sereno: Lei permette che assistano costoro?

- Niente di male; purché non ci sia qualche fotografo.

- Stia tranquillo! Frattanto si disponga. Mentre lotterò con il demonio, lei preghi nella mente. -

Erano presenti un gruppetto di pie donne, un dottore, tre professori, due sottufficiali di Questura, alcuni padri di famiglia e qualche giovanotto.

Prima d'iniziare dissi:

Se qualcuno ha paura di assistere all'esorcismo, si allontani. Raccomando ciò specialmente alle donne. - Si allontanò solo una madre di famiglia.

Continuai: Non fatevi meraviglia se quest'uomo bestemmierà o dirà parolacce; non sarà lui, ma lo spirito maligno. Ed ora mettetevi in ginocchio. Recitiamo tutti l'atto di dolore. Umiliamoci profondamente davanti a Dio!

Mentre ci si disponeva a questo, il demonio cominciò a tormentare l'uomo. Subito iniziai la preghiera, dicendo solo nella mia mente:

« Signore, sono nulla al tuo cospetto e molto debole davanti alle potenze infernali. Per la dignità sacerdotale, di cui mi hai rivestito per la tua misericordia, per le preghiere dei presenti e per la tua vittoria su Satana, fa' che io possa dominare il maligno spirito e permetti che egli dica qualche cosa, che un giorno possa giovare alle anime ».

Quantunque avessi pregato mentalmente, il demonio conobbe il mio pensiero e frattanto mi guardava con occhi biechi.

L'ossesso improvvisamente contorse il collo a più riprese, agitava spasimante ora le braccia ed ora le gambe e bestemmiava contro il Signore e la Madonna.

Toccai con il dito le sue labbra e subito tacque.

Tenendo poi la mia mano sopra il suo capo, in segno di dominio come Ministro del Signore, gli dissi:

- Se Dio te lo permette, dimmi il tuo nome!

- Sono il principe degli angeli ribelli, Lucifero! -
Udito ciò, dissi ai presenti: Invochiamo allora l'Arcangelo San Michele, il vincitore di Satana.

- Michele, esclamò l'ossesso, ... lo conosco! ... Abbiamo lottato assieme e poi mi ha precipitato ed incatenato negli abissi infernali! -

Tre volte invocammo San Michele e ad ogni invocazione Satana fremeva sempre di più, tormentando il paziente.

Continuai: Che peccato hai fatto in Cielo?

- Tu lo sai! ... Mi ribellai a Dio... Del resto, leggi la Scrittura.

- Che Dio ti maledica, o Satana!

- Ma io sono già maledetto!

- Nel nome di Dio, ti comando di rispondere: Come mai tu, che in qualità di capo mandi in giro i demoni e ti servi di loro, questa volta sei venuto in costui tu personalmente?

- Non riescono, perchè lui prega troppo. Ma ora devo lasciarlo e ritornare nel pozzo infernale. Là aspetto voi! Ma quest'uomo andrà altrove. Vi aspetto con me nel fuoco! - Ed alterando la voce da far paura, soggiunse: Ma ... fuoco fuoco!

- Che differenza c'è tra il fuoco della terra e quello dell'inferno?

- Quello della terra è materiale; quello dell'inferno è di potenza divina. - Se si proponesse a te: Se farai la tale o tal'altra cosa, tu uscirai dall'inferno! - cosa saresti disposto a fare?

- Ipotesi inutile! La mia condanna è eterna.

- Nel nome di Dio, rispondi ancora! Le anime che stanno nell'inferno, per quali peccati vi sono cadute?

- Tu lo sai.

- Lo so; è per la disonestà. Ma in modo particolare?

- Per adulterio, per omicidio, per ateismo.

- Se Dio ti permette di parlare, rispondi su questo: Quando tu vai in giro per il mondo, cosa fai?

- Tento; lavoro nella mente umana. Spingo alla bestemmia, all'omicidio, all'odio, al furto, all'impurità e ad altri peccati. Rovino più anime che posso. Ma devo anche dire che in questo mio lavoro talvolta sono percosso dal Creatore e daglí Angeli. -

Pensando che le dichiarazioni di Satana, un giorno pubblicate, avrebbero potuto essere utili alle anime, continuai ad interrogarlo. Certamente il maligno rispondeva perché era obbligato a farlo.

- Che lavoro fai con quelli che si confessano?

- Dopo averli spinti al peccato, li accompagno sino al confessionale; li tento affinchè dicano bugie al Confessore. Però i buoni non mi danno ascolto.
- Presso i moribondi cosa fai?

- Sino all'ultimo dò l'assalto, nella speranza di vincere.

- Se venissero nel mondo coloro che sono nell'inferno, cosa direbbero ai viventi? -

A questo non rispose.

Credo che la risposta sia quella data da Gesù Cristo nella parabola del ricco Epulone: Se non ascoltano Mosè ed i Profeti, non crederanno nemmeno se uno risuscitasse dai morti. - (S. Luca - XVI - 31).

Il che significa: Se certi dannati si presentassero nel mondo e parlassero dell'inferno, i cattivi li piglierebbero per pazzi e non crederebbero lo stesso.

Frattanto tutti i presenti guardavano l'indemoniato. I loro volti erano pallidi e gli occhi sbarrati, meravigliati di ciò che vedevano ed udivano. Osservai che i più impressionati erano gli uomini. Esortai tutti ad intensificare la preghiera. Satana inferocì; faceva segni poco educati, gridando: Miserabili, non pregate! ... Bestemmiate! ... Andate piuttosto a divertirvi al cinema!... -

La rabbia satanica si riversò sull'ossesso. Questi provava forti attacchi dolorosi, ora al cuore, ora alla testa ed ora ad altre membra; compresi ciò perchè egli spasimante portava la mano sulle varie parti del corpo, indicando ove soffriva di più.

Appena poggiavo la mano sacerdotale sulla parte sofferente, all'istante cessava lo spasimo locale. Satana era sotto il dominio della potestà del Sacerdote.

Intanto facevo internamente atti di umiltà. Guai a me ed all'ossesso se io avessi fatto qualche atto di superbia! Avrei rese nulle le fatiche dell'esorcismo. Il maligno tentò assaltarmi dicendomi parole di lode. Per grazia di Dio compresi e respinsi l'assalto.

Vedendosi alle strette, il brutto spirito esclamò:

- Maledetto il momento in cui quest'uomo s'incontrò con te! ... Ti piglierei a schiaffi, come ho fatto con altri; ma non posso farlo! ... E voi, donnacce, che pregate, sappiate che io potrei torcervi il collo a tutte; ma non mi è permesso farlo! Voi pregate e con voi c'è la potenza divina!... Posso vendicarmi soltanto sopra questo uomo. Come tormentai Giobbe nel corpo, così tormento questo miserabile! Non posso toccare l'anima sua, ma il corpo sì; ed allora lo faccio soffrire, portandolo in giro sotto la pioggia, e lo spavento con orribili visioni! -

E qui bestemmie! Gli toccai le labbra e tacque.

- Se è volontà di Dio ed Egli te lo permette, rispondimi:

- Sei solo in quest'uomo?

- Con me ci sono tanti altri. Ho a disposizione una legione di combattenti, demoni a me soggetti. Andiamo in giro per la terra. Conosco tutti e conosco tutte le lingue ed i dialetti. Potrei parlare in tedesco, francese, inglese, spagnolo, portoghese ...

A queste parole pensai:

Se gli permetto di parlare in lingua estera, forse Dio non sarà contento, quasi io volessi appagare la mia curiosità, e tanto più che tra le norme degli Esorcisti c'è anche questa: Non si facciano domande di curiosità - Inoltre pensai: Questa potrebbe essere un'insidia diabolica, perchè, ascoltando lui con interesse, smetteremmo tutti di pregare. Per tal motivo non gli permisi di parlare.
Proseguii nelle mie domande:

- Quali luoghi della terra tu preferisci?

- Certamente gli abitati, perché là trovo le anime.

- Se hai altro da dire e Dio te lo permette, parla!

- Ho da dire questo: Devo lasciare quest'uomo e ritornare nel pozzo eterno, ove Michele mi ha incatenato.

- Vedi come Gesù trionfa sopra di te!

- Il Cristo morendo in Croce mi ha schiacciato!

- Anche Maria Santissima ti ha schiacciato il capo!

- Ah, questa Donna! ... Non dirò mai il nome di questa tale! -

I presenti ripetevano a coro: Viva Maria! ... Viva Maria! ... -

La faccia dell'uomo divenne così brutta, come mai l'avevo vista; dicevo tra me: Sembra proprio la faccia del diavolo!

- Ed ora, esclamai, va' via Satana! La Madonna deve cacciarti! -

Allora feci nella mia mente la seguente preghiera, invitando i presenti ad unirsi alla mia supplica:

« O Dio, per la bontà che hai avuta nel dare all'umanità la Vergine Santissima per Madre, per il suo Immacolato Concepimento, per la sua dignità di Madre di Dio, per la sua Assunzione al Cielo, per la sua potenza quale Regina degli Angeli e dei Santi, ti prego, libera quest'uomo! »

Sull'istante l'uomo esclamò: « Viva Maria! » -

Si alzò da sedere tranquillo e sorridente, dicendo: Sento di essere leggero! ... Sono a digiuno, ma ho tanta gioia da non sentire voglia di mangiare!
CHIARIFICAZIONI

- Ed ora, gli chiesi, mi chiarisca qualche cosa. Durante il colloquio che ho tenuto con Satana, lei cosa faceva?

- Pregavo nella mia mente, invocando il Sangue di Gesù Cristo.

- Vedeva me e queste persone presenti?

- Non vedevo nessuno di voi. Vedevo qui, alla mia sinistra, staccati da voi, centinaia e centinaia di demoni, brutti brutti. Davanti a me, qui, c'era Satana, grande, con le ali come un pipistrello; l'ho visto anche in forma di dragone, cioè, di grossissimo serpente, disteso qui, con la bocca orribile e talvolta mi mordeva.

- Ha sentito me, mentre parlavo con Lucifero?

- Ho sentito nulla.

- Eppure c'è stato un dibattito interessante!

- Ma io non so cosa abbia detto. - Le spiego il fenomeno. In questa lotta con Satana lei era libero nella sua mente e poteva pregare. Il suo corpo invece era in potere di Satana, il quale si serviva della sua bocca per rispondere. Non era quindi lei che ragionava e parlava, ma era Lucifero in persona. Ormai che lei si è liberato, dopo quanto le è avvenuto, cosa potrebbe dire agli altri? - Voglio esortare tutti ad invocare spesso il Sangue di Gesù Cristo, affinchè questo Divin Sangue purifichi l'anima nostra e ci liberi da ogni astuzia del demonio. Io ne ho provato la grande efficacia. Sono in pace con il Signore; lo prego e lo amo con tutto il cuore e spero essere fedele a Lui con grande riconoscenza per la liberazione ricevuta. -

C'è da ringraziare il Signore e la Madonna del buon esito dell'esorcismo.

COMMENTI

Naturalmente, tutto finito, i presenti all'esorcismo fecero i commenti.

Diceva un professore: Avrebbero dovuto essere presenti a quanto è avvenuto ora certi professori atei! -

Un altro disse: Ma il demonio, che è intelligente, sapendo che quello che dice giova alle anime, perché l'ha detto?

- L'ha detto perché è stato costretto dalla volontà divina. - 


Da: http://libritomaselli.altervista.org/esorcismo.html

sabato 12 ottobre 2013

5° tappa: il digiuno.

 
 
Il digiuno nella vita della Chiesa
 
di don Gabriele Mangiarotti


Perché il digiuno?
 
A questa domanda bisogna dare una risposta più ampia e profonda, perché diventi chiaro il rapporto tra il digiuno e la "metanoia", cioè quella trasformazione spirituale, che avvicina l'uomo a Dio. Cercheremo quindi di concentrarci non soltanto sulla pratica dell'astensione dal cibo o dalle bevande - ciò infatti significa "il digiuno" nel senso comune - ma sul significato più profondo di questa pratica che, del resto, può e deve alle volte essere "sostituita" da qualche altra. Il cibo e le bevande sono indispensabili all'uomo per vivere, egli se ne serve e deve servirsene, tuttavia non gli è lecito abusarne sotto qualsiasi forma. La tradizionale astensione dal cibo e dalle bevande ha come fine di introdurre nell'esistenza dell'uomo non soltanto l'equilibrio necessario, ma anche il distacco da quello che si potrebbe definire "atteggiamento consumistico". Tale atteggiamento è divenuto nei nostri tempi una delle caratteristiche della civiltà e in particolare della civiltà occidentale. L'atteggiamento consumistico! L'uomo orientato verso i beni materiali, molteplici beni materiali, molto spesso ne abusa. Non si tratta qui unicamente del cibo e delle bevande. Quando l'uomo è orientato esclusivamente verso il possesso e l'uso di beni materiali, cioè delle cose, allora anche tutta la civiltà viene misurata secondo la quantità e la qualità delle cose che è in grado di fornire all'uomo, e non si misura con il metro adeguato all'uomo. Questa civilizzazione infatti fornisce i beni materiali non soltanto perché servano all'uomo a svolgere le attività creative e utili, ma sempre di più... per soddisfare i sensi, l'eccitazione che ne deriva, il piacere momentaneo, una sempre maggiore molteplicità di sensazioni.
Alle volte si sente dire che l'incremento eccessivo dei mezzi audio-visivi nei paesi ricchi non sempre giova allo sviluppo dell'intelligenza, particolarmente nei bambini; al contrario, talvolta contribuisce a frenarne lo sviluppo. Il bambino vive solo di sensazioni, cerca delle sensazioni sempre nuove... E diventa così, senza rendersene conto, schiavo di questa passione odierna. Saziandosi di sensazioni, rimane spesso intellettualmente passivo; l'intelletto non si apre alla ricerca della verità; la volontà resta vincolata dall'abitudine, alla quale non sa opporsi.
Da ciò risulta che l'uomo contemporaneo deve digiunare, cioè asternersi non soltanto dal cibo o dalle bevande, ma da molti altri mezzi di consumo, di stimolazione, di soddisfazione dei sensi. Digiunare significa astenersi, rinunciare a qualcosa.
 
Perché rinunciare a qualcosa? Perché privarsene? 
                     
Abbiamo già in parte risposto a questo quesito. Tuttavia la risposta non sarà completa, se non ci rendiamo conto che l'uomo è se stesso anche perché riesce a privarsi di qualcosa, perché è capace di dire a se stesso: "no". L'uomo è un essere composto di corpo e di anima. Alcuni scrittori contemporanei presentano questa struttura composta dell'uomo sotto la forma di strati e parlano, ad esempio, di strati esteriori in superficie della nostra personalità, contrapponendoli agli strati in profondità. La nostra vita sembra esser divisa in tali strati e si svolge attraverso di essi. Mentre gli strati superficiali sono legati alla nostra sensualità, gli strati profondi sono espressione invece della spiritualità dell'uomo, cioè: della volontà cosciente, della riflessione, della coscienza, della capacità di vivere i valori superiori.
Questa immagine della struttura della personalità umana può servire a comprendere il significato del digiuno per l'uomo. Non si tratta qui solamente del significato religioso, ma di un significato che si esprime attraverso la cosiddetta "organizzazione" dell'uomo come soggetto-persona. L'uomo si sviluppa regolarmente, quando gli strati più profondi della sua personalità trovano una sufficiente espressione, quando l'ambito dei suoi interessi e delle sue aspirazioni non si limita soltanto agli strati esteriori e superficiali, connessi con la sensualità umana. Per agevolare un tale sviluppo, dobbiamo alle volte consapevolmente distaccarci da ciò che serve a soddisfare la sensualità, vale a dire, da quegli strati esteriori superficiali. Quindi dobbiamo rinunciare a tutto ciò che li "alimenta".
Ecco, in breve, l'interpretazione del digiuno al giorno d'oggi.
La rinuncia alle sensazioni, agli stimoli, ai piaceri e anche al cibo o alle bevande, non è fine a se stessa. Essa deve soltanto, per così dire, spianare la strada per contenuti più profondi, di cui "si alimenta" l'uomo interiore. Tale rinuncia, tale mortificazione deve servire a creare nell'uomo le condizioni per poter vivere i valori superiori, di cui egli è, a suo modo, "affamato".
Ecco, il "pieno" significato del digiuno nel linguaggio di oggi. Tuttavia, quando leggiamo gli autori cristiani dell'antichità o i Padri della Chiesa, troviamo in loro la stessa verità, spesso espressa con linguaggio così "attuale" che ci sorprende. Dice, per esempio, san Pietro Crisologo: "Il digiuno è pace del corpo, forza delle menti, vigore delle anime" ("Sermo" VII: "De Jejunio", 3), e ancora: "Il digiuno è il timone della vita umana e regge l'intera nave del nostro corpo".
E sant'Ambrogio risponde così alle eventuali obiezioni contro il digiuno: "La carne, per la sua condizione mortale, ha alcune sue concupiscenze proprie: nei loro confronti ti è stato concesso il diritto di freno. La tua carne è sotto di te: non seguire le sollecitazioni della carne fino alle cose illecite, ma frenale alquanto anche per quanto riguarda quelle lecite. Infatti, chi non si astiene da nessuna delle cose lecite, è prossimo pure a quelle illecite" (S. Ambrogio, "Sermo de utilitate jejunii", III. V. VII). Anche scrittori non appartenenti al cristianesimo dichiarano la stessa verità. Questa verità è di portata universale. Fa parte della saggezza universale della vita.

E' ora certamente più facile per noi comprendere il perché Cristo Signore e la Chiesa uniscano il richiamo al digiuno con la penitenza, cioè con la conversione. Per convertirci a Dio, è necessario scoprire in noi stessi quello che ci rende sensibili a quanto appartiene a Dio, dunque: i contenuti spirituali, i valori superiori, che parlano al nostro intelletto, alla nostra coscienza, al nostro "cuore" (secondo il linguaggio biblico). Per aprirsi a questi contenuti spirituali, a questi valori, bisogna distaccarsi da quanto serve soltanto al consumismo, alla soddisfazione dei sensi. Nell'apertura della nostra personalità umana a Dio, il digiuno - inteso sia nel modo "tradizionale" che "attuale" - deve andare di pari passo con la preghiera perché essa ci dirige direttamente verso lui.
D'altronde il digiuno, cioè la mortificazione dei sensi, il dominio del corpo, conferiscono alla preghiera una maggiore efficacia, che l'uomo scopre in se stesso. Scopre infatti che è "diverso", che è più "padrone di se stesso", che è divenuto interiormente libero. E se ne rende conto in quanto la conversione e l'incontro con Dio, attraverso la preghiera, fruttificano in lui.